Un simbolo di amore per il calcio: Romeo Brusco, figura audacina molto importante, ha dedicato gran parte della sua vita ai colori rossoneri. Nel 1978, quando l’Audace era in Serie C, Brusco allenava nelle sue Giovanili: prima i Pulcini, poi i Giovanissimi. Successivamente alla guida degli Allievi, vinse un titolo regionale, scontrandosi anche con il Vicenza di Nevio Scala. In quegli anni, la squadra di San Michele Extra, sfornava grandi giocatori che poi sarebbero andati a militare anche nel A.C. Milan, all’epoca, affiliato con la squadra veronese. Romeo dopo una breve carriera da calciatore, già diciottenne, comincia a muovere i suoi primi passi come allenatore, un’avventura che durerà quarant’anni. Da un po’ di tempo, invece, è direttore sportivo del Settore Giovanile dell’Audace.

Tanti anni nel calcio, hai mai pensato di smettere? 

“Si, due o tre anni fa. C’era una società composta da molti soci, e da poco dialogo. Non c’era modo di lavorare bene. Poi, con l’arrivo della nuova dirigenza, invece, ho presto cambiato idea”.

Quali sono state le cose che ti hanno legato così tanto al calcio? 

“Il riconoscimento dei giocatori. Quando a distanza di anni, ti fermano ancora per strada, per salutarti e ringraziarti delle stagioni passate insieme, vuol dire che hai lasciato un bel ricordo”.

Caratteristica che non deve mancare a un buon direttore sportivo? 

“Deve saper fare tante cose: dialogare con le famiglie, creare un buon clima tra tutti, organizzare e programmare la stagione con i vari impegni delle squadre. E’ importante non stancarsi mai di confrontarsi e di gestire i rapporti umani. Fondamentale, poi, è avere fiuto nello scoprire giocatori interessanti”.

L’aspetto più difficile di questo incarico? 

“Lavorare dietro le quinte. Non hai riconoscimenti tangibili, lo fai per pura passione”.

Qualche rimpianto lungo la strada? 

“Ho peccato di modestia. In passato avrei potuto fare l’allenatore della Prima Squadra dell’Audace in Promozione. Dissi di no, sarebbe stata una bella occasione”.

Quali sono le cose di cui non potresti mai fare a meno? 

“Essere in mezzo ai giovani, lavorare tra loro, e per loro, è la mia vita”.

I ricordi più belli della tua carriera? 

“Davanti a tutto, il titolo regionale con gli Allievi dell’Audace. Un altro momento stupendo, è stato tanti anni fa, quando Gianni Rivera (attuale presidente del Settore Tecnico di Coverciano), Giuseppe Farina (ex presidente del Milan) e Fabio Capello sono venuti a presenziare ad un allenamento del nostro Settore Giovanile”.

Cosa odi nel mondo del calcio? 

“I genitori egoisti che vedono solo il proprio figlio e vogliono assolutamente che giochi, anche se non ha le qualità per farlo. Il calcio è un gioco competitivo, e quindi, bisogna dimostrare sul campo di meritare la fiducia”.

Obiettivi e speranze che riponi in questa società? 

“Io ho fatto il mio tempo, ma spero che l’Audace continui a migliorare e possa tornare ai livelli di un tempo”.

 

(intervista di Sebastiano Perbellini pubblicata su Pianeta-Calcio)

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